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26 Luglio 2024Di Vincenzo Tiani su Wired Italia
In vista dell’inizio delle Olimpiadi 2024 di Parigi del 24 luglio il Garante della privacy francese, la Cnil, ha pubblicato maggiori informazioni sull’uso delle tecnologie che saranno usate in quei giorni per garantire la sicurezza e l’afflusso nella capitale francese dei numerosi tifosi (8 milioni di biglietti venduti), atleti (10.500 da oltre 200 Paesi) e addetti ai lavori.
L’anno scorso avevamo spiegato di come la Francia avesse approvato una legge speciale, proprio in vista dei giochi olimpici, che avrebbe permesso una forma di sorveglianza light a fini di sicurezza. Non telecamere utilizzate per il riconoscimento facciale dunque, ritenute troppo invasive, tanto che in Italia vige una moratoria fino alla fine del 2025 sul loro uso, bensì utilizzate per identificare comportamenti sospetti. Se il mancato uso del riconoscimento biometrico è una buona notizia, il rischio indicato da Algorithm Watch e da altre 37 organizzazioni per i diritti digitali era che l’uso di questo tipo di telecamere, pur essendo in apparenza meno invasivo, potesse comunque avere effetti discriminatori, specialmente nei confronti di alcuni gruppi più vulnerabili.
La Cnil, che da subito è stata coinvolta tanto nell’adozione della legge speciale che nell’assistenza alle aziende coinvolte nello sviluppo della tecnologia, ha dunque pubblicato in francese e inglese un vademecum che spiega ai francesi e stranieri che saranno a Parigi, cosa aspettarsi.
Le telecamere “augmented”
Uno degli scopi più rilevanti delle nuove tecnologie implementate per le Olimpiadi 2024 è quello di aiutare la polizia a identificare situazioni di pericolo. A tal fine sono state installate ex novo, o potenziate, delle telecamere “augmented” in grado di operare analisi delle immagini per riconoscere oggetti, comportamenti o eventi. Si tratta nello specifico della presenza di oggetti abbandonati; della presenza o uso di armi; dell’incapacità di una persona o di un veicolo di seguire la direzione normale del traffico; dell’attraversamento o presenza di una persona o di un veicolo in un’area vietata o sensibile; della presenza di una persona a terra dopo una caduta; di un movimento della folla; di una densità di persone troppo elevata o dell’inizio di incendio.
Per evitare il comunque presente rischio di sorveglianza, queste telecamere potranno essere usate solo ai grandi eventi, nelle loro prossimità e sui mezzi di trasporto che portano a questi eventi, trattandosi delle situazioni in cui il rischio di atti terroristici è maggiore. Oltre alle telecamere già presenti nelle strade interessate e nei mezzi di trasporto e nelle stazioni metro, sarà previsto anche l’uso di droni.
La Cnil precisa che ogni alert segnalato dal sistema dovrà essere revisionato da un agente prima di essere riportato alle autorità. Su questo punto occorre segnalare l’importanza che gli agenti siano formati sull’uso e i rischi di questa tecnologia per evitare l’effetto “rubber-stamp”, ovvero quelle situazioni in cui si approvano automaticamente le decisioni di qualcun altro, senza una valutazione appropriata. I dati saranno poi conservati per un anno, o prima nel caso in cui questa fase sperimentale dovesse terminare in anticipo. Resta rassicurante che la Cnil dica in modo esplicito che il riconoscimento facciale non sarà usato, proprio per i rischi di sorveglianza di massa e di discriminazione ben noti.
L’uso di queste telecamere non riguarderà solo le Olimpiadi ma sarà esteso, come previsto dalla legge speciale, fino al 31 marzo 2025 in via sperimentale, toccando altri eventi sportivi, concerti e grandi eventi. Dopo tale data sarà necessaria una nuova legge per estenderne l’operatività. Si potranno esercitare i propri diritti di accesso, cancellazione, rettifica dei propri dati personali rivolgendosi alle Autorità competenti, di cui sono indicate le referenze.
Le altre misure di sicurezza
Per via dei giochi olimpici, alcune aree di Parigi prevederanno una limitazione d’accesso sia alle persone che ai veicoli. Per ottenere il pass con un qr code occorrerà farne dunque richiesta fornendo i propri dati personali e di contatto insieme alla motivazione della richiesta (perché si vive o lavora in quella zona).
Per quanto riguarda l’accesso ai giochi veri e propri si potrà essere sottoposti ad un controllo mediante scanner. Fa molto bene qui la Cnil a dare indicazioni precise sia sul fatto che si debba dare il consenso per passare attraverso lo scanner, in alternativa potendo chiedere un controllo manuale, sia sulle misure tecniche adottate per evitare bias durante la perquisizione. In particolare, il sistema oscurerà il volto della persone nello scanner e l’agente non potrà vedere il volto della persona controllata e l’immagine dello scanner. Da ultimo, lo scanner userà una immagine generica del corpo umano, non quella specifica della persona controllata.
Non si può nascondere che dopo le scetticismo iniziale su questa fase sperimentale di “sorveglianza per fini di sicurezza” sono benvenute le indicazioni della Cnil, che offrono sicuramente molte rassicurazioni, anche tenendo conto che l’autorità francese è una di quelle più attive in Europa, sia per la produzione di linee guida per le aziende che per le sanzioni comminate. Il fatto che per l’intero iter, dalla promulgazione della legge all’assistenza alle aziende scelte come fornitrici di questi sistemi di sorveglianza, la Cnil sia stata un soggetto sempre presente e tenuto in considerazione, fa ben sperare per un futuro in cui le nuove tecnologie possano da un lato aiutare le forze dell’ordine a limitare e prevenire i crimini, dall’altro a evitare di trasformare la nostra società in una puntata di Black Mirror. La Francia, molto attiva nella corsa alla creazione di unicorni europei e al contempo molto sensibile quando si parla di sicurezza nazionale, potrebbe dunque costituire un virtuoso precedente nel bilanciamento tra innovazione, sicurezza e tutela dei diritti fondamentali. Occorrerà comunque vedere da qui al 31 marzo 2025 come saranno usate in concreto queste nuove misure e che impatto avranno sulla libertà di movimento e d’espressione della popolazione.
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