di Vincenzo Tiani
Gli effetti del Regolamento europero per la protezione dei dati personali, il Gdpr, a due anni dalla sua entrata in vigore si fanno sentire a tutte le latitudini. Negli ultimi mesi sia negli Stati Uniti sia in Cina si è fatta largo un’attenzione alla privacy senza precedenti.
Negli Stati Uniti alcuni stati come la California hanno varato da tempo una legge nazionale sulla privacy, come il California Consumer Privacy Act, in attesa che sia approvata la proposta di legge federale.
La particolarità della California è che, trattandosi della sede della Silicon Valley, la sua legge potrebbe diventare il nuovo standard americano visto che “sono poche le aziende che non fanno business in California”, come riferito dall’avvocato Alan Friel, esperto del ramo al Wall Street Journal.
A ciò si aggiunga che in occasione delle ultime elezioni americane questa legge, in vigore dal gennaio 2020, è stata potenziata con l’introduzione di una nuova autorità che, sul modello europeo del Garante della privacy, prenderà in carico le segnalazioni degli utenti quando i propri dati personali non sono trattati in modo conforme alla legge. La decisione è figlia del referendum sulla Proposition 24, che si è tenuto il giorno delle elezioni presidenziali. La nuova legge sulla privacy, pur aggiungendo nuove misure di protezione per i dati sensibili come quelli sulla salute, la razza o la religione, è ancora ben lontana dagli standard del Gdpr. Per esempio prevede che siano gli utenti a dover navigare tra le impostazioni per fare opt-out invece di dover dare il consenso preventivo al trattamento dei propri dati. Forse la peculiarità più degna di nota della Proposition 24 non sta tanto nel suo testo legislativo quanto nel fatto che abbia una canzone tutta sua.
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