Written by 15:26 La Repubblica, Media

Seth Dobrin: “L’intelligenza artificiale va regolamentata, non fermata”

Il presidente del Responsible AI Institute all’AI Week di Rimini: “Come ogni nuova tecnologia, questa è sia un’opportunità, sia un pericolo”,

di Gabriele Franco

“L’intelligenza artificiale dovrebbe preoccuparci, ma non spaventarci”. Seth Dobrin porta ancora gli auricolari che indossa a ogni evento. Guru mondiale dell’IA, dopo il suo intervento si è appoggiato su un tavolino lontano dalla folla dell’AI Week di Rimini. Ed è lì che inizia la nostra conversazione. “Occorre sostenere la necessità di una regolamentazione adeguata, e tutti dovrebbero assicurarsi di comprendere quando viene utilizzata un’IA, anche per decidere di non usarla”.

Formatosi nel campo della genetica umana, ha deviato la sua carriera verso il mondo tecnologico, portando il metodo scientifico in azienda. Primo Global Chief AI Officer di IBM, carica che ha ricoperto per diversi anni, oggi è il presidente del Responsible AI Institute. “Per me l’intelligenza artificiale è sia un opportunità, sia un pericolo”, spiega Dobrin. “Dipende da come si approccia la tecnologia:  facendolo in modo appropriato, l’IA può aiutare a migliorare il mondo, in caso contrario, può propagare pregiudizi e discriminazioni. Gli algoritmi sono allenati su dati che rappresentano le decisioni che abbiamo preso in passato: questi effetti negativi non sono altro che uno specchio per l’umanità, a ricordarci che continuiamo a ripetere quanto già commesso”.

C’è anche modo di parlare della nuova frontiera dell’intelligenza artificiale generativa, dopo il boom di ChatGpt. “Fino al 2023 l’avanzamento della tecnologia, soprattutto nel campo dell’intelligenza artificiale, è stato relativamente lento – osserva Dobrin, incluso nei top 100 Data Innovators of the Year del 2022 e premiato come AI Innovator of the Year nel 2021 – ma con l’IA generativa stiamo assistendo a qualcosa di completamente diverso. Ogni settimana vengono sviluppate nuove proprietà intellettuali e sono sempre più numerose le aziende che adottano questi algoritmi”.

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