Written by 9:00 Il Sole 24 Ore, Media

Cooperazione necessaria tra Europa e Stati Uniti sull’AI

di Rocco Panetta e Vincenzo Tiani

Il voto finale del Parlamento europeo sull’AI Act, previsto per il 14 giugno, si avvicina, permettendo di passare all’ultima fase legislativa, quella del trilogo, con cui le tre istituzioni europee, Parlamento, Commissione e Consiglio, dovranno trovare un accordo per licenziare il testo finale. I più ottimisti si auspicano che per inizio 2024 si dovrebbe concludere l’iter, i più realisti confidano che non si vada oltre la primavera, visto che a giugno ci saranno le nuove elezioni europee.

Uscendo dai confini europei, come scrivevamo giù sulle pagine di questo giornale, la comparsa delle generative AI (ChatGPT & co.) ha cambiato le carte sui tavoli internazionali portando anche gli Stati Uniti e la Cina a occuparsi del fenomeno, specialmente dopo che la notizia delle indagini del Garante della Privacy iniziava a fare il giro del mondo, cogliendo l’interesse di molte altre Autorità, non solo europee.

L’impegno di fare di più a livello internazionale pare non sia rimasto vano, forse anche a seguito della lettera inviata dagli stessi parlamentari europei alla Von Der Leyen e a Biden, in cui chiedevano di creare un forum internazionale sull’AI.

Il G7

Il primo passo è stato fatto direttamente al G7 di Tokyo, tenutosi dal 19 al 21 maggio, dove i ministri del digitale dei rispettivi paesi hanno messo al centro dell’agenda la necessità di una governance globale dell’AI. Secondo il documento di fine lavori, i primi ministri si impegnano a “far progredire le discussioni internazionali sulla governance e l’interoperabilità dell’intelligenza artificiale per raggiungere [una] visione comune e l’obiettivo di un’AI affidabile, in linea con i [comuni] valori democratici condivisi”. Ci dice qualcosa in più il documento firmato dai ministri del digitale del G7, per i quali il modo in cui le nuove tecnologie come l’AI “sono progettate, sviluppate, governate, acquisite, finanziate, vendute e utilizzate, dovrebbe essere modellato da un impegno verso i principi democratici, tra cui l’uguaglianza, l’inclusione, la sostenibilità, la trasparenza, la responsabilità, la diversità e il rispetto dei diritti umani, compresa la privacy”. Da ultimo, i ministri individuano nel lavoro sull’intelligenza artificiale dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) la via da seguire per un approccio globale condiviso.

EU e USA

Pochi giorni dopo il G7, il 31 maggio, fa eco la dichiarazione congiunta della Commissione europea e degli Stati Uniti al Trade and Technology Council (TTC), l’accordo di commercio internazionale tra le due sponde dell’Atlantico. Le due potenze si impegnano “a sfruttare al meglio il potenziale delle tecnologie emergenti, limitando al contempo le sfide che esse pongono ai diritti umani universali e ai valori democratici condivisi.” Condiviso l’approccio normativo basato sul rischio, hanno poi creato dei gruppi di esperti che lavoreranno su una comune terminologia e tassonomia dell’IA, su standard e strumenti di AI che facilitino la creazione di una AI affidabile, e sul monitoraggio e la misurazione dei rischi di AI esistenti ed emergenti.


L’articolo è comparso originariamente sull’edizione cartacea del Sole 24 Ore di domenica 11 giugno.

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