Di Rocco Panetta
Il testo (quasi) definitivo dell’AI Act, o per quanto è dato sapere quello che dovrà essere votato nelle prossime settimane, prima dal Consiglio e poi dal Parlamento, sta già creando malcontenti.
Secondo quando riferito dal sito POLITICO, sia alcuni parlamentari che alcune ONG che tutelano i diritti online lamentano che il testo si discosta da quanto era stato alla base dell’accordo di dicembre, all’esito dell’ultimo trilogo, dopo le famigerate 36 ore di negoziazione.
AI Act: l’uso del riconoscimento facciale ex post al centro del contendere
Secondo l’eurodeputata Svenja Hahn, il testo che andrà al voto viola l’accordo dell’8 dicembre che prevedeva l’uso del riconoscimento facciale ex post solo per reati molto gravi, a condizioni molto rigide.
Il pomo della discordia non riguarda, infatti, il riconoscimento biometrico in tempo reale disciplinato dall’articolo 5 sulle pratiche proibite, che è stato oggetto di lunghe e difficili contrattazioni tra il parlamento, che voleva una applicazione più restrittiva per le forze dell’ordine rispetto a quanto previsto dal testo proposto dalla Commissione, e il Consiglio, che all’opposto voleva allargarne le maglie.