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AI Act, disco verde dal Parlamento Ue. Panetta: “Ora aziende e PA si attivino subito”

Intervista a Rocco Panetta

Intervista di Mila Fiordalisi a Rocco Panetta

Con l’Artificial Intelligence Act l’Unione Europea ha trovato un primo, coraggioso e ambizioso equilibrio tra tutela dei diritti e delle libertà fondamentali e sostegno all’innovazioneIl voto di oggi del Parlamento ci proietta in una nuova dimensione delle regole e dei mercati. L’umanità può adesso iniziare a cogliere e a plasmare le opportunità offerte dalla tecnologia a base AI in una prospettiva non di soggezione. L’uomo riprende a guidare il suo destino, attraverso l’adozione di regole conformi ai principi e ai valori di libertà, democrazia ed uguaglianza fondativi dell’Unione Europea. Si tratta di una legge che richiederà un importante lavoro di adeguamento e i data protection officer ed i professionisti dei dati saranno le figure chiave in questa nuova stagione di compliance”. Rocco Panetta, avvocato tra i massimi esperti internazionali di diritto dell’AI e della data economy e country leader per l’Italia dell’International Association of Privacy Professionals, fa il punto con CorCom sulle ultime novità e sul delicato rapporto tra diritto e tecnologia.

Avvocato Panetta, oggi il Parlamento europeo ha votato la nuova legge sull’AI. Entriamo davvero in una nuova era?

C’era grande attesa per questo voto, da quando a dicembre Parlamento e Consiglio hanno raggiunto l’accordo politico. L’agenda del Parlamento è stata di recente aggiornata e la votazione anticipata al 13 marzo, come ha raccontato in anteprima assoluta l’onorevole Brando Benifei, co-rapporteur dell’AI Act, in occasione dell’evento che abbiamo organizzato a Roma come Iapp, assieme anche alla Professoressa Ginevra Cerrina Feroni, Vice Presidente del Garante per la protezione dei dati personali. Con l’Artificial Intelligence Act l’Unione Europea ha trovato un primo, coraggioso e ambizioso equilibrio tra tutela dei diritti e delle libertà fondamentali e il sostegno all’innovazione. Il voto di oggi del Parlamento ci proietta in una nuova dimensione delle regole e dei mercati. L’umanità può adesso iniziare a cogliere a pieno ed a plasmare le opportunità offerte dalla tecnologia a base AI in una prospettiva non più di paura e di soggezione. L’uomo riprende a guidare il suo destino, attraverso l’adozione di regole conformi ai principi e ai valori di libertà, democrazia ed uguaglianza fondativi dell’Unione Europea. Si tratta di una legge che richiederà un importante lavoro di adeguamento e i data protection officer ed i professionisti dei dati saranno le figura chiave in questa nuova stagione di compliance. Si tratta certamente di una legge che richiederà un importante lavoro di compliance per le aziende e i soggetti pubblici che forniscono o usano sistemi di intelligenza artificiale, compresa l’AI generativa. Il tempo per adeguarsi c’è, soprattutto considerando che il periodo cuscinetto sarà di ventiquattro mesi, salvo alcune norme che si applicheranno dopo sei, dodici o trentasei mesi. Avere tanto tempo non è però sempre una buona notizia, e la storia del Gdpr ce lo insegna. Anche in quel caso c’erano due anni per l’adeguamento e molte sono state le aziende e gli enti pubblici che hanno atteso l’ultimo mese dell’entrata in vigore per porsi il problema, scatenando una corsa che non ha avuto vincitori. Sarà dunque importante attivarsi subito, trasformando così l’adeguamento preventivo in un vantaggio competitivo. Fondamentale sarà anche coinvolgere tempestivamente funzioni e consulenti specializzati, compresi i Data Protection Officer, che saranno le figure chiave sia nel periodo di transition che dopo la piena applicabilità dell’AI Act.

C’è chi crede che certe norme potrebbero ostacolare il progetto tecnologico e chi invece ritiene lo orienteranno in meglio. Lei cosa pensa?

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